Sulla miseria de Il Giornale

  • November 25, 2009 11:50 am
Che i giornali avessero raramente a che fare con la verità lo sapevamo.
Che un giornale, pur dichiarandosi imparziale avesse sempre una visione di
parte, anche questo lo sapevamo.
Che "il Giornale" in particolare fosse estremamente fazioso non ci era
ignoto, ma che inventasse le notizie di sana pianta, questo, ci mancava.
Siamo giovani e non ancora rotti a tutti i fatti della vita.
 
Non abbiamo mai avuto contatti con la stampa, in quanto la riteniamo
funzionale al mantenimento della miseria dell'esistente tramite la
diffusione di notizie false e tendenziose (ci riferiamo in particolar modo
ai grandi giornali).
Tuttavia, essendoci dovuti sorbire una zuppa infinita di articoli volti
solo a diffamarci e a spargere menzogne sul nostro conto, riteniamo
opportuno chiarire alcuni passaggi.
Abbiamo visto un accanimento senza limiti nei confronti di un nostro
fratello, accanimento che fa leva sulle vicende politico-giudiziarie di suo
padre, in una stucchevole reiterazione della muffa veterotestamentaria
secondo cui "le colpe dei padri ricadranno sui figli". Ma che stupidaggine!
e quanto poco cristiana..
Abbiamo visto i nostri nomi e cognomi più volte stampati sulle pagine dei
giornali per dipingerci come pericolosi criminali da eliminare.
Lo stesso trattamento è stato riservato a qualsiasi persona riconosciuta
colpevole di non essere assuefatta allo stato di cose esistenti, spesso
tramite la creazione di biografie improbabili.
Abbiamo visto come questa pratica non si sia fermata nemmeno di fronte
alla morte di giovani, secondo lo stile proprio di questa società
antropofaga e indementita..
Abbiamo visto l'ansia di criminalizzare qualsiasi espressione di dissenso,
ogni fiammella che cerchi di sciogliere il gelo che ci circonda.
Ultimamente uno striscione in cui dicevamo in faccia il nostro schifo ad
alcune persone che non avevano avuto alcuno scrupolo a denunciare,
falsamente, per rapina aggravata cinque loro coetanei dopo un fatto banale
è diventato sulle pagine de "il Giornale" un'intimidazione di stampo
mafioso, mentre le nostre iniziative intese a denunciare quella che più di
un analista qualifica come una vera e propria cosca
affaristico-oscurantista ramificata ovunque e detentrice del potere
assoluto in Lombardia sono diventate "aggressioni terroristiche".
Da oggi, rendendo pan per focaccia, inizieremo a mostrare gli altarini di
alcuni giornalisti o presunti tali che si sono contraddistinti per una
costante opera diffamatoria (peraltro, si tratta di notizie già di pubblico
dominio); Per questa volta bastino alcune noterelle biografiche su di un
tristo figuro, distintosi per un editoriale zuppo di vomito moralista e
ipocrita e ispirato a un senso della giustizia che spaventerebbe persino
Torquemada.
RENATO FARINA
Renato Farina, ex giornalista italiano, nasce a Desio nel 1954, si laurea
presso l'Università Cattolica dove sarà allievo di don Giussani, il quale
non è stato per lui semplicemente un professore, ma un maestro di vita;
infatti il Farina è ospite fisso dei meeting di Comunione e Liberazione
(l'imparzialità...).
Nel 2006 è stato radiato dall'ordine dei giornalisti in quanto secondo
quanto da lui stesso dichiarato ha ricevuto denaro dal Sismi per fornire
informazioni e per diffondere notizie su richiesta. (La legge numero 801
del 1977 fa infatti divieto ai giornalisti professionisti di intrattenere
rapporti con i Servizi Segreti)
Il 16 febbraio 2007, si è dichiarato colpevole del reato di
favoreggiamento nell'ambito dell'inchiesta sul rapimento dell'ex imam di
Milano, Abu Omar, patteggiando la pena di sei mesi di reclusione
(immediatamente commutata in una multa di 6.800 euro).
Annoiati dalle vostre ripetitive menzogne, cercheremo di tirarci su
sputandovi in faccia.