L’università non è un tribunale

  • September 9, 2009 3:16 pm

Lunedì 7 Settembre 2009 ore 10 Presidio ! davanti alla Presidenza della Facoltà di Lettere e Filosofia (corridoio atrio centrale ) di Festa del Perdono Statale , contro la commissione che dovrà decidere delle sanzioni disciplinari da comminare ad alcuni studenti.



Invitiamo i singoli e le realtà a mobilitarsi e a prendere parola contro questo attacco che ci coinvolge tutti , nessuno escluso.


1)L’università non è un tribunale, i professori non sono ne giudici ne tantomeno poliziotti. La polizia, nelle sue forme dirette e indirette, è già abbastanza onnipresente e invasiva nella vita di ciascuno di noi. Non accettiamo che nell’università avvengano processi polizieschi. Se un professore ci deve giudicare che avvenga in sede di esame .


2)Non riconosciamo questa commissione. Non accetteremo nessuna delle deliberazioni che da essa usciranno. La volontà di fare una parodia di un processo penale dentro l’università è a dir poco patetica. Vediamo una certa debolezza in questa operazione, che cerca da un lato di ridare credibilità al volto autoritario del Rettore sbeffeggiato davanti a tutta la facoltà e dall’altro di dissuadere eventuali altri studenti dall’organizzarsi per lottare al di fuori delle logiche burocratiche.


3)Quello che è sul “banco degli imputati” non è una strafottente e goliardica partita di pallone. Ma un attitudine, un modo attivo di vivere l’università e di conseguenza la lotta politica in università. Le persone”imputate” sono tutti studenti che si sono esposti nelle lotte dello scorso anno, che hanno partecipato attivamente al movimento mettendosi in gioco in prima persona. Quello che è inaccettabile per l’autorità accademica è che alcuni studenti si organizzino al di fuori delle logiche burocratiche. Si riapproprino di spazi e tempi nella facoltà senza elemosinare niente.


4)Le sanzioni proposte, nate originariamente per coloro che falsificano i libretti, diventano un mezzo per criminalizzare chiunque pensa che l’università non sia solo un luogo da vivere passivamente in cui consumare esami come caffè. Noi pensiamo che l’università sia prima di tutto un luogo di crescita individuale e collettiva. È il nostro spirito critico, la nostra autonomia intellettuale che ci danno il metro di questa crescita. Non la quantità di nozioni sterili da imparare a memoria. La determinazione a lottare contro ciò che riteniamo ingiusto, la combattività nell’affermare le nostre istanze, lo sfotto e la mancanza di rispetto per l’arroganza dell’autorità sono per noi parte di questa crescita.


5)la questione del decoro denota tutta l’ipocrisia di cui è farcita la retorica della dirigenza universitaria. È considerato indecoroso che gli degli studenti si prendano degli spazi, provino gioia, si divertano, socializzino e sollevino istanze autonome. Mentre una pubblicità della Lacoste, l’aula magna affittata ad un congresso di pubblicitari, piuttosto che la vera e propria occupazione militare fatta da interni in occasione del salone del mobile sono perfettamente consoni e decorosi. Qualcuno obbietterà che queste scelte sono spiacevolmente necessarie per far quadrare il bilancio. Pensiamo a questo proposito che il Rettore ed il suo entourage dovrebbero essere meno accondiscendenti, o peggio, complici nella metodica subordinazione dell’università agli imperativi categorici della merce piuttosto che perdere tempo a cercare di inquisire gli studenti che si organizzano e lottano.